Pubblicato in: gratitudine

Colonna sonora

L’altro giorno riflettevo sul quantitativo di canzoni e di differenti generi che ascolto. Confesso di sentir quasi il rimprovero di spotify per tutte le volte che non sono stata capace di far finire una canzone, ma di rincorrere sempre quella giusta che cavalcasse al meglio il mood del momento.

Ora, a conclusione dell’ennesimo anno in cui tutto è andato bene, male, storto e dritto, mi rendo conto che le canzoni stesse possono essere una metafora perfetta dei nostri percorsi di vita: ci sono le costanti, quelle canzoni di cui proprio non si può far a meno, che quando le ascolti salti dalla sedia e senti l’impellente impulso di scatenarti come non mai. Allo stesso modo, ci sono canzoni delle quali ci si annoia dopo un po’, che promettono mari e monti, eppure, la noia arriva a gamba tesa e si cerca riparo subito nella melodia successiva.

Ci sono le canzoni nostalgiche di un tempo, quelle che pensavi di aver dimenticato ma che, nel momento in cui partono le prime note, si apre un cassetto della memoria che ci accompagna dolcemente ai tempi che furono. Oppure, che non vorremmo mai più percorrere.

E poi ancora ci sono quelle canzoni che partono in maniera del tutto casuale, quando dimentichiamo di avviare una playlist metodica o di aggiungere alla coda l’ascolto successivo. Queste ultime hanno la capacità di farti fermare nel bel mezzo della strada, ti bloccano, paralizzano, ma non con un’accezione negativa, anzi!

Sono le canzoni di cui non sapevi di aver bisogno, sebbene loro siano sempre state lì, magari da anni, mentre tu ti affannavi a selezionare sempre gli stessi generi, gli stessi artisti. Sarà che siamo pronti ad ascoltare le novità solo quando siamo maggiormente predisposti, mentre siamo presi a dedicarci ad altro, quando non ne siamo alla ricerca o quando meno ce lo aspettiamo. Fatto sta che ne restiamo affascinati, sentendoci anche un po’ stupidi per non averci fatto caso prima, per non aver aperto prima le orecchie alla giusta melodia.

Che siano persone, città, attività, voi stessi: vi auguro sempre più di imbattervi nell’inaspettato e di avere le ‘orecchie’ ben aperte, pronte all’ascolto, nel momento in cui il richiamo delle sirene vi avvolge con le note delicate, accattivanti e ammaliatrici, indirizzate a voi e voi soltanto. Vi auguro di trovare – non dico ogni giorno, ma spesso – l’ispirazione necessaria a completare la canzone che sentite partire da dentro. Non importa quanto tempo ci voglia, quanta polvere dobbiate sollevare dal terreno arido, perché alla fine, quella musica che pensavate di aver ascoltato casualmente per strada, è sempre stata dentro di voi, avevate bisogno solo di una piccola dose di coraggio. Vi auguro di ascoltare la vostra musica, e di averne cura.