Pubblicato in: èsololavita

Il non detto

Nei giorni di quarantena sono partite un sacco di maratone tv, per tenerci un po’ tutti in compagnia. L’unica che per me ha avuto ragion d’essere è stata quella di Harry Potter, anche se sono abbastanza stufa della pubblicità e dei film che ormai iniziano alle 22.00. Ultimamente preferisco di gran lunga i servizi streaming. Con l’intervento divino di una mia amica ho attivato il servizio di Disney+, grazie al quale ho potuto trascorrere le serate dettate dalla leggerezza che tutti abbiamo provato a ricercare in questo periodo. Oltre ai grandi classici, ne ho approfittato per dedicarmi alla maratona dei supereroi Marvel, dove, se tutto va bene, un film dura almeno due ore e mezza.

L’anno scorso sono andata al cinema con mio fratello per guardare Avengers Endgame, che mi è piaciuto un sacco, ma già allora ho constatato alcune lacune che avevo in merito a determinati personaggi.

E così, quando ho seguito il filo logico delle avventure dei supereroi, sono arrivata ai ‘Guardiani della Galassia vol.2‘, il secondo insomma, che ho trovato più appassionante del primo. Ma questa è solo la mia opinione. Come tutti i supereroi che si rispettino, il protagonista, Peter, ha una cotta per una ragazza, Gamora, che per la maggior parte del film non se lo fila nemmeno di striscio. Insomma, solite dinamiche. Nonostante questo, però, entrambi i film accompagnano lo spettatore all’inevitabile scena finale in cui i due non si dichiarano, né tantomeno si dimenano in discorsi dove si giurano amore eterno. Anzi, direi quasi il contrario. Peter e Gamora parlano di tutto il ‘non detto‘ che c’è tra loro, tutte quelle piccole attenzioni, quei piccoli gesti, che li portano ad avvicinarsi sempre più l’uno all’altra.

Questo è sicuramente un esempio positivo del non detto, del fatto che due persone, nonostante non abbiano mai espresso i loro sentimenti a voce, quanto piuttosto con piccolissimi gesti, perseguono il loro lieto fine. Ma la realtà è di gran lunga diversa dai film, e il non detto che resta tra noi comuni mortali subisce delle modifiche sostanziali. Mentre leggete questo brevissimo riassunto dove voglio condurvi alla mia considerazione, sono sicura che ognuno di voi stia pensando nel proprio piccolo a quella persona, anche incontrata di sfuggita per strada, che vi è rimasta in mente e che vi ha fatto pensare seppur per un solo istante, cosa sarebbe successo se…?

Proprio per questa domanda che vi è frullata almeno una volta nella testa, conservate un bel ricordo di quella persona, perché non avete avuto né modo né tempo di conoscerla, oppure di scoprirne le dinamiche in due, ma tutto si conserva nella vostra immaginazione, chiedendovi se quelle stesse emozioni siano state percepite anche dall’altra parte, se anche l’altra persona abbia pensato, per un solo istante, a voi.

Il non detto è un’arma a doppio taglio, può alimentare scenari presenti solo nel nostro cervello, e ci induce a crogiolarci in voli pindarici che appartengono solo alla nostra testa. Il non detto ti resta sullo stomaco. I tempi sono sbagliati, le parole vengono fraintese, le scelte di pancia vengono sostituite da mille ragionamenti che logorano il cervello, corrugano la fronte e rimpiccioliscono gli occhi, come a voler mettere a fuoco qualcosa che non si riesce a percepire sulla superficie. Il non detto si conserva in gesti piccoli, piccolissimi, che hanno tutti lo stesso significato: “questa cosa mi ha fatto pensare a te“, il che è già un risultato da non sottovalutare, considerato che non ci si aspetta niente, proprio perché niente è stato detto prima di allora.

Credo che in questi casi non ci sia una risposta univoca quando ci chiediamo se agire o meno, se fare un minimo passo in avanti oppure lasciare tutto così com’è, nella Svizzera del non detto, dove tutto è ciò che è, non è, e potrebbe essere. Forse dipende sempre dalla nostra predisposizione, dal nostro carattere, se le scelte dettate dall’istinto siano le prime che seguiamo oppure le lasciamo nel dimenticatoio e stiliamo invece lunghe liste di pro e contro.

Il vero problema è che, nel momento in cui noi ci perdiamo in questi pensieri, scopriamo che avremmo dovuto pensare un po’ meno, agire un po’ in più. E nel frattempo lo sconosciuto ha già attraversato la strada, è altrove. E tu rimani con tutto il non detto che avresti voluto raccontargli. E’ tardi.

Eppure, alla fine di Avengers Endgame, Peter e Gamora si incontrano di nuovo, sebbene in circostanze particolari (qui non si fanno spoiler!). Questo per dire che forse, ma solo forse, Baricco ha ragione quando dice che non si è mai lontani abbastanza per trovarsimai. Chi doveva essere solo di passaggio ha semplicemente transitato lungo il nostro cammino, alterandolo, arricchendolo, abbruttendolo. E poi ci sono i Peter e le Gamora, che si riconoscono in qualsiasi posto.

Jessica