Caro diario,
ti scrivo dal giorno x di quarantena, ormai ho smesso di contarli da un bel po’, e nel tentativo di dimenticarmi quanto tempo sia già trascorso, ci siamo ritrovati ad aprile. Non che la sua venuta sia passata inosservata, ci portiamo sulle spalle il peso di ogni singola ora trascorsa, dove i weekend si sono accavallati velocemente al resto dei giorni della settimana in maniera convulsa, incapaci di conferire loro un’importanza diversa rispetto ad un lunedì qualsiasi.
Diciamo che ogni giorno trascorso ci fa ben sperare di aver passato un’ulteriore settimana che possa portarci quanto prima ad una parvenza di normalità. Tuttavia, caro diario, ho capito ben presto che non era proprio il caso di affidarsi al lento trascorrere del tempo per poter mantenere vivi quei pochi neuroni rimasti. Sai cosa ho fatto? Ho ripreso in mano delle passioni che avevo rinchiuso – ahimè – nel cassetto? Perché, mi chiedi? Beh, che domande… per la scusa più vecchia al mondo… non avevo tempo.
E sai qual è l’ironia della sorte ora? Che proprio il tempo, non ci manca affatto. Quindi, se non facciamo qualcosa, è semplicemente per mancanza di voglia, di passione, insomma non possiamo più arrancare scuse se non incolpare la nostra infinita pigrizia. Un po’ come quando sento che molte persone ora si stanno rendendo conto di chi è veramente amico, di chi si fa sentire e chi no. Ecco, forse questo periodo di reclusione forzata può soltanto darci la prova del nove, ma in fondo abbiamo sempre saputo su chi poter fare affidamento e chi no, e la quarantena non ha fatto altro che dimostrarlo.
Posso confessarti una cosa, diario? Provo una noia profonda per i social. Non fraintendermi, li utilizzo eccome, ma non più con la stessa frequenza di prima. Mi sono resa conto che mi stanno annoiando velocemente, per questo cerco di ridurne l’utilizzo all’osso e non può farmi altro che bene.
Da aspirante futura moglie di Alberto Angela, ho iniziato piuttosto a dedicarmi ai documentari. Sì, lo so, possono sembrare noiosi. In realtà dipende sempre dall’argomento e dal modo in cui vengono raccontati i fatti. Per esempio, lo sapevi che i Windsor non si sono sempre chiamati così, ma il nonno dell’attuale regina Elisabetta ha modificato il nome della casata, poiché in realtà loro erano di origine tedesca? Non si finisce mai di imparare.
Ma ciò che mi ha colpita di più, è stata la docuserie ‘Il nostro pianeta’ di Netflix, che ho già consigliato a tutto lo scibile immaginabile. Credo che, oltre alla bellezza delle riprese e alla campagna di sensibilizzazione nei confronti della natura da preservare, potremmo imparare un bel po’ dai comportamenti del mondo animale. Sapevi che esiste una categoria di volatili che si chiama ‘uccello paradiso’? In sostanza, questi uccelli, per attirare le attenzioni della femmina, puliscono tutta la loro area di competenza, fanno l’inchino e poi una danza che ha un che di psichedelico, ma solo se la femmina resta affascinata da questo rituale cede alle lusinghe. Insomma, noi della specie umana non ci aspetteremmo mai una cosa del genere, ma che cazz non ci meritiamo nemmeno di dover dividere l’euro per un caffè! O, peggio ancora, doversi sentir chiedere ‘istintiva o razionale?’ per sapere fino a che punto ci si possa spingere ad un primo appuntamento…
Come dice sempre la mia amica, il problema non è il virus, eravamo messi male pure prima. Per questo motivo, meglio continuare a coltivare passioni solo nostre nelle quattro mura domestiche. La cucina, la musica, la pittura, i puzzle, la scrittura, la lettura, la fotografia, sono solo alcune delle attività creative che vedo fare e che faccio. Un’altra cosa a cui mi piace dedicarmi sono i pensieri felici, sì insomma, vedere il bicchiere mezzo pieno. Ad esempio, ricordarsi di quella volta in cui hai pianto dal ridere, quel video che immortala un momento particolarmente significativo, o tutti i viaggi che porti nel cuore, con la speranza di poter collezionare presto ulteriori ricordi. D’altro canto, perché non iniziare a fantasticare sulle prossime mete da esplorare? Sai, diario, vorrei buttar giù qualche spunto per una lista di cose da fare non appena finisce tutto questo. Cosa c’è in cima? Vorrei tanto poter vedere le stelle. Ma non quel paio che si intravede nelle sere limpide in città. Vorrei poter andare in quei posti talmente bui che le stelle sono visibili a migliaia. Ah e il gelato, ho bisogno del gelato al caramello salato.
Caro diario, i momenti bui non mancano. In alcuni giorni la solitudine è un manto nero che ti si incolla addosso, difficile da levare, e l’umore può cambiare nel giro di pochissime ore per un messaggio, per un’unghia rotta. Ma cerchiamo di contenere anche quelli, di ridimensionarli cercando distrazioni piacevoli. Maledetti ormoni!
A volte mi chiedo quanto inficerà sui rapporti questo periodo di reclusione, se limiteremo di nostra spontanea volontà i contatti con il mondo esterno e con le persone, oppure se ci sia un effetto del tutto opposto. In ogni caso, mi auguro davvero che questo periodo possa servire come spunto di riflessione per ciascuno di noi. In primis con noi stessi, e poi con tutti gli altri. Mi auguro davvero che dopo tutto ciò possa esserci un ridimensionamento e un ritorno ai valori genuini, che poi sono sempre quelli che fanno la differenza. Spero che non ci siano ripercussioni significative sulla psiche di ognuno di noi… ma del resto io mi sto indirizzando ad un diario che non esiste, di cosa vogliamo parlare?
Jessica
Una piacevole distrazione è la maratona di classici Disney a cui mi sto dedicando. Il risultato? Inizio a provare una certa simpatia, nonché empatia per molti dei ‘cattivi‘ dei cartoni animati. Come quando hai pensieri sinistri nei confronti del bambino del vicinato che suona volutamente male il flauto… maledetto!