Vi è mai capitato di leggere un libro, una frase, anche semplicemente un estratto, e pensare che quel passaggio parla proprio di voi? Sembra sia stato messo lì apposta per voi? A me è capitato la settimana scorsa.
Ero in metro, cercando di trattenere un magone assurdo dopo aver finito di leggere la biografia riguardante Massimo Troisi, ‘Caro Massimo‘ di Matilde Hochkofler, quando decido di cambiare decisamente genere letterario. E’ in quel momento che, dalla mia lista del kindle, inizio a spulciare il libro ‘Resti?’ di Riccardo Bertoldi. Ed è sempre in quel momento che, leggendo solo le prime cinque pagine, resto pietrificata.
Questo è ciò che mi sono ritrovata a leggere:
Ciao Elisa,
ti ho amata con tutti i se, i ma, i però.
Ti ho amata in tutti i modi in cui si può amare una persona. Ti ho amata nonostante tutto, lì dove si nascondono le emozioni, quelle autentiche.
Ma in fondo doveva andare proprio così, no? Ce lo siamo sempre detti: ci sono persone che si sono amate talmente tanto che a un certo punto non si parlano più.
Oggi ti scrivo per dirti che d’ora in poi non ti cercherò, te lo prometto.
Mi sono detto che forse credo di amarti ancora solo perché sei andata via senza mai voltarti indietro. Siamo fatti così, amiamo la cose che non tornano più.
Quest’anno la tua assenza è stata più presente che mai. Ma voglio dirti che non smetterò di scegliere l’amore, e che il tuo abbandono mi ha insegnato che stare accanto a qualcuno significa avere il potere di ferire senza farlo mai.
Sei scappata via terrorizzata perché avevi paura del futuro. Lo so, non è facile superare la prima fase di un amore giovane, quello di chi si bacia per strada perché ha voglia di urlarlo al mondo, e scoprire che una storia d’amore non è solo sorrisi inaspettati, lenzuola d’amore, trampolini nella pancia. Ma anche porte che sbattono, urla isteriche fatte di secchiate di parole che non si pensano, pianti di notte, paura di perdersi senza perdersi mai. Scegliere di avere qualcuno al proprio fianco significa prendersi anche la responsabilità di renderlo felice, di capirlo, di farlo sentire al sicuro, a casa, in un posto in cui tornare quando la vita picchia duro.
Tutto questo ti ha spaventato, e lo capisco. Però a volte bisogna disinnescarli, i litigi; fare un passo indietro per andare un passo avanti, ché in amore non serve avere sempre ragione. A dire il vero l’amore non ha bisogno di nessuna ragione. E anche se quello che più desideravo alla fine non è accaduto, non sono arrabbiato con te.
Avrei solo desiderato che mi volessi accanto nella lentezza della quotidianità, quando usciva fuori quell’autenticità che riservavo unicamente a te. Avrei desiderato che fossi gelosa dei miei difetti.
Oggi sono qui per lasciarti un bacio per tutto quello che siamo stati, uno per quella che sei, e uno per quella che sarai il giorno in cui sentirai che non ti manca più nulla.
Non so esattamente cosa non ha funzionato fra noi; so solo che a un certo punto ci siamo incasinati l’esistenza a vicenda ed era già troppo tardi.
Ma se un giorno una punta di malinconia farà breccia nel tuo petto e ripenserai a noi, non piangere: alle lacrime ci ho pensato io.
Tu sorridi.
Ti prego.
Andrea, il protagonista del romanzo, scrive una mail alla sua Elisa, dicendo agli amici che sarà l’ultima volta, l’ultimo contatto. Dopo averla cancellata dai social, la mail è l’unico e l’ultimo mezzo che utilizza prima di darle il suo addio, che lei ha già dispensato tempo addietro.
E niente, ho dovuto rileggere questa mail almeno un paio di volte, guardarmi intorno per capire se fosse uno scherzo o meno. E’ che la vita è così strana e così puntuale, ti spiattella in faccia lasciti di un’esistenza fa e ti riconosci, disarmata, in situazioni vissute anche da tantissime altre persone che ti capiscono.
Aggiungi anche un periodo di ricordi legati a ricorrenze, e ti viene solo da pensare: la vita…’sta stronza.
Jessica