Pubblicato in: èsololavita

Cuori spezzati e tempo

‘Ma in generale, come stai?’

Tu come mi vedi?’

‘Bene, sei bellissima.’

‘Allora sto bene.’

Vi vedo, vi osservo. So che vorreste proseguire. Lo vedo dai vostri occhi. Ma voi d’altro canto, vedete i miei di occhi, che vi dicono che non ho proprio voglia di parlarne. Non ho voglia di riaprire il vaso e raccontare tutto daccapo, sebbene tempo fa avrei pagato qualcuno per strada per farmi ascoltare e farmi spiegare quanto tutto fosse così assurdo.

Un’altra fetta di voi, invece, sento che vorrebbe parlare. Sento che vorrebbe dirmi qualcosa che sa, o che ha visto. Ma non lo fate perché sapete che io ho chiuso, e rispettate questa scelta. Vi ringrazio per questo. Ma io osservo, vi vedo. E lo so.

C’è una sorta di riconoscimento tra i cuori infranti. Li vedi, e capisci che sono simili. Che ieri, o in un passato remoto, hanno avuto il cuore spezzato. E tu sai di poter contare su di loro, perché sanno di cosa stai parlando, lo sanno. Se per assurdo potessimo camminare per strada con la vista a raggi X, scopriremmo che i cuori spezzati sono molti. Forse troppi da poterli contare. E io potrei parlarvi del kintsugi, l’arte giapponese di riparare gli oggetti rotti utilizzando l’oro, perché ogni rottura deve essere impreziosita, deve essere visibile, poiché è il frutto di ciò che poi è diventato: qualcosa di speciale, bellissimo, unico. Qualcosa che ha visto momenti peggiori, e da questi ne è venuto fuori. Certo, i vasi non fanno questi ragionamenti. Ma noi si, e con noi i nostri cuori pure. Posso raccontarvelo. Posso dirvi che lo scotch e la colla non sono sufficienti per rimettere a posto i pezzi, che alla fine siamo noi a decidere se il vaso sia da buttare oppure no. La verità è che per i nostri cuori infranti, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è il tempo.

Che cosa preziosa il tempo. Quante volte lo diamo per scontato? Quante volte abbiamo pensato ‘questo può aspettare, c’è tempo…’? Quante volte lo abbiamo sprecato, buttato, sottovalutato?

A volte non è mai abbastanza, a volte vorremmo fermarlo. Altre ancora vorremmo ritrovarci catapultati verso un futuro ignoto dove non esiste più ciò che si sta provando in quell’istante. Tutto pur di andare avanti, di smetterla di trovarsi in inutili ricadute, o di vedere l’ombra lasciata alle spalle del maledetto limbo. In realtà, sono proprio questi i momenti necessari per poter svoltare, per poter apprezzare ciò che verrà e per capire che siamo già nel futuro. Abbiamo capito dove riporre il vaso per impedire un’ulteriore rottura, perché in fondo non sta tanto male lì nell’angolo circondato da cuscini piuttosto che sullo spigolo del tavolo, accanto alla porta.

C’è stato un tempo in cui una mia carissima amica ha paragonato il mio cuore ad un puzzle. I pezzi erano troppo piccoli e troppo simili tra loro per poterne cavare un ragno dal buco. Questo è il messaggio che mi ha mandato un giorno, proprio mentre insieme stavamo ultimando un puzzle che ora è sulla parete di casa mia e che ha assunto un significato del tutto nuovo.

Cucciola, non pretendere troppo da te e dal tuo cuore. Deve riprendersi, deve rimettere insieme i pezzi. Quanto tempo ci abbiamo messo per il puzzle? Quante bestemmie? Ecco vedi il tuo cuore è così, come un puzzle. Pezzo per pezzo lo stai completando. Ci vuole tempo, parolacce e imprecazioni, ma poi è stupendo. Ti senti soddisfatta quando guardi il puzzle appeso al muro? Lo sarai anche con il tuo cuore alla fine. Ecco quindi vuol dire che hai bisogno di tempo. Lo hai completato ma poi lo hai smontato, evidentemente non era ancora il momento di averlo pronto. Poi lo hai finito, e ora è stupendo.
Sarà così anche per il tuo cuore, magari ha bisogno di più tempo per essere completato per bene.

Si riconoscono subito i cuori spezzati. Sono quelli che preferiscono stare in disparte, e quando si riconoscono tra i loro simili, è come se dicessero ‘sono qui, lo so, e ti capisco. Non c’è un modo facile, e nemmeno veloce a dirla tutta. Sentirai dirti tante cose, ma non darci troppo peso. Ognuno si sentirà in diritto di raccontare la propria storia, di confrontarla con la tua, ma solo tu sai. La verità è che niente di prezioso si ottiene con la fretta. Ma i cuori spezzati sono tutti uguali, lo riconosci in quegli istanti in cui, dietro ad una risata, gli occhi si ricoprono di una leggera patina. Ma è solo un attimo. Può durare un mese, due, tre. Forse di più. Ma poi passa. Il tuo cuore è l’unico oggetto su cui praticare il kintsugi, perché è l’unica cosa che ti resta, e poi l’unica che conta davvero’.

Datevi tempo. Datti tempo Pupetta. Hai sempre voluto strafare. Hai sempre cercato di essere la prima della classe, di essere quella precoce. Dovevi andare in primina, essere un anno più piccola rispetto ai tuoi compagni di classe e far vedere che nondimeno eri altrettanto capace. Appena vedi qualcosa la assimili subito, soprattutto se ti piace. Ricordi una canzone a memoria a distanza di anni, ricordi qualche battuta dei film o citazioni di libri. Ti ricordi ancora qualche poesia a memoria, cazzo! Questa volta però non devi dimostrare un bel niente a nessuno. Sei solo tu con le tue paturnie. Per una volta tanto, concediti il lusso di non essere la prima in tutto. Fermati. Datti tempo, non può svanire tutto da un giorno all’altro. Domani puoi svegliarti e tornare a sfondare il muro dei tuoi record. Ma di tanto in tanto, fermati.

Jessica