Avevo il naso all’insù, nella settimana in cui dicono che le stelle cadranno, che bisogna esprimere un desiderio per ogni scia che si riesce a vedere.
Mi piace guardare le stelle, a Milano non è sempre possibile. Mi piace riconoscere il grande e il piccolo carro, e in inverno la cintura di Orione, la mia preferita in assoluto. Proprio mentre avevo individuato il grande carro, mi è sembrato di vedere una piccolissima scia luminosa. Impossibile dire se fosse una stella cadente o meno, c’erano troppe luci a disturbare. Ma, nel momento in cui ho considerato che potesse essere una stella, mi sono chiesta: che desiderio dovrei esprimere? Cosa vuoi, Jessica? Cosa dovresti desiderare tanto da aspettare la settimana delle stelle cadenti? E mi sono ritrovata a pensare che proprio non saprei. Non saprei cosa desiderare, vedere le stelle cadenti non è da tutti, non posso sprecare un evento così prezioso per qualcosa di superficiale. Un po’ come quando il Genio della lampada ti dice che puoi esprimere tre desideri soltanto, e devi prestare massima attenzione all’utilizzo delle parole e del desiderio. La magia comporta sempre un prezzo da pagare.
Al mio compleanno, prima di spegnere le candeline, ho desiderato che nulla cambiasse mai come la felicità che provavo in quel momento, e di avere per sempre l’amore di quelle persone nella mia vita. Desiderio sprecato. Anche se l’amore di cinque persone su sei, non è affatto una cattiva media. Va bene così Jessica, il bicchiere è ancora mezzo pieno.
E quindi sono ritornata alla sera di agosto, nella mia città, seduta sulla panchina, e ho deciso che questa volta no, non voglio assumermi questa responsabilità. Poteva essere anche un insetto che mi ha tratta in inganno. Sì, sarà stato sicuramente un insetto. Ho deciso così. Basta esprimere desideri. Vado a prendermi quello che voglio, o almeno ci provo. E se nel frattempo perdo pezzi per strada, probabilmente non facevano per me.