Avvisiamo la gentile clientela che saremo chiusi per ferie e per fare l’amore.
Così recitava il cartello di uno dei miei bar preferiti di Milano l’anno scorso. Originale. Bello. E vero. Molti invece non vedono l’ora di far sapere a tutti dove saranno, sotto quale sole si lasciano baciare e, anche se tutto dovesse andare storto, l’importante sarebbe sempre farsi vedere col sorriso.
Ho come l’impressione che ogni maledetto agosto debba essere un motivo in più di ostentazione, come se non ce ne fossero abbastanza. Sì, perché ogni anno si ricerca la vacanza perfetta, la casa a Ibiza, Formentera o Mykonos perché va tanto di moda. Il giro in barca, le serate nelle discoteche più in voga, per poi ritornare alla solita routine e dimenticare tutto in un attimo. L’abbronzatura si lava via, e restano solo delle foto da memento che ogni tanto sfogliate nella galleria del vostro cellulare.
Perché si va in ferie? Bella domanda del cazzo, penserete voi. Sarà il caldo, la pressione di giornate interminabili e i continui affanni di richieste dell’ultimo minuto, come se dovessero tutti prepararsi ad un imminente disastro chimico. Ma tutti, chi più chi meno, chi prima e chi dopo, sentono quel desiderio impellente di stracciarsi di dosso gli abiti da ufficio, le divise da lavoro (divise in senso lato, riferito a persone che le indossano sul serio per svolgere le proprie mansioni. Ogni riferimento ad un ministro dell’interno a caso NON è puramente casuale) per cercare un po’ di spensieratezza, un po’ di leggerezza che la solita quotidianità non consente.
Sebbene manichino davvero pochi giorni alla mia pausa estiva, non so bene in che modo sarà gestita. E credetemi, non me ne frega nulla. Sono sempre stata lì, a partire da gennaio di ogni sacrosanto anno, a sognare le vacanze, a selezionare posti fantastici, non troppo affollati e alla portata di portafogli. A volte anche con un po’ di accanimento, lo ammetto. Così, quando poi scattava il periodo della classica domanda ‘dove vai in vacanza?’ io, da brava secchiona, ero già prontissima.
Quest’anno, vuoi una serie di circostanze, vuoi una mia predisposizione diversa, alla solita domanda rispondo con ‘boh!’. E mi piace. E mi fa stare bene. Per una volta, e spero per sempre, ho smesso di programmare i secondi della mia vita, ma mi sto calando molto nella napoletana che c’è in me: me la prendo accussì comm’ vene…
Aver fatto la maestrina preparatissima non mi ha mai portato da nessuna parte, aumentano a dismisura le aspettative, quindi correndo il rischio ancor di più di essere delusi per qualsiasi cosa vada male, o semplicemente un po’ fuori dai programmi. Quest’anno ho deciso di rompere gli schemi, di non prenderli nemmeno in considerazione. Può andare bene, così come può andare male. Ma questo succede anche nel momento in cui si pianifica, solo che ho deciso di scrollarmi di dosso tutte le rotture che vengono prima. Quest’anno vado in vacanza e non mi aspetto nulla. E sono felice. Saremo io e il mare. Ed è la mia storia d’amore più bella.
Chiudete per ferie. Spegnete il cervello. E fate l’amore.
Jessica